Siamo umani, esseri limitati dal nostro stesso status biologico, psicologico, sociale. Ma possiamo alzare un pò più su quell’asticella che limita l’espressione delle nostre capacità. Innanzitutto il limite va riconosciuto, non giudicato, accettato, esplorato. Per poter essere quindi trasformato in nuova competenza. Perché è proprio quella forte emozione, definita (spesso autodefinita) ansia, panico, ipocondria o depressione e quant’altro, che in realtà cela una potenzialità che non stiamo esprimendo e che va in crisi.
Chi ha maggiori sensibilità può assistere impotente al cambiamento di questa dote, feconda nel proporre creative rappresentazioni del reale e conseguenti azioni produttive, in un errore di valutazione, in una pecca, in un blocco. Quando, invece, una tale fine emotività può essere una risorsa. Che non può essere gestita sempre con facilità ma nei momenti in cui viene conosciuta e canalizzata apre a nuove possibilità.